IL SENSO DELLA VITA (SECONDO ME) di Jack London: come Jack voleva rendere il mondo un posto migliore


Il senso della vita (secondo me), curato da Mario Maffi, raccoglie due articoli e due racconti di Jack London che illustrano la sua visione della vita soprattutto dal punto di vista socio-politico.
Giustamente il curatore Mario Maffi a proposito dello scrittore statunitense menziona il suo "schierarsi istintivo, il pathos nell’abbracciare la causa dei disinherited, la capacità di racchiudere nello sguardo ferito o nella parola tagliente di un personaggio la sofferenza e il furore di un’intera classe", tutte caratteristiche che rendono i due articoli documenti essenziali per comprendere il pensiero di un autore che forse dal punto di vista politico era ingenuo e irruento, ma senza dubbio cercava la via per rendere il mondo un posto migliore per tutti.


A riprova di ciò Maffi ricorda che Jack London "nel 1905, durante un comizio a Los Angeles, dopo aver ricordato le parole di numerosi critici, le loro valutazioni e classificazioni, dichiarò: «Prima che mi si dessero tutti questi titoli, ho lavorato in una fabbrica di conserve, in una di sottaceti, sono stato marinaio davanti all’albero maestro, e una volta ho trascorso mesi e mesi fra le schiere di disoccupati a cercar lavoro; ed è questo lato proletario della mia vita che io venero di più, e a cui voglio restare attaccato finché vivo»".

Da parte mia trovo spesso assai condivisibili le riflessioni di London su certa classe dirigente: "Ho conversato con capitani d’industria in alberghi, club e case private, in carrozze Pullman e battelli a vapore, meravigliandomi di quanto poco fossero adusi a viaggiare nel regno dell’intelletto. Al contrario, ho scoperto che il loro intelletto, in senso commerciale, era sviluppato in maniera abnorme. Così come ho scoperto che il loro senso morale, per quanto concerneva gli affari, era inesistente".



Soprattutto ritengo che le parole che seguono dovrebbero essere scolpite nella pietra, a ricordarci che oggi come cent'anni fa l'iniquità è frutto di una volontà politica dedita a tutt'altro che alla giustizia. "La realtà è che la massa del genere umano si trova in condizioni miserabili non per la mancanza del benessere di cui si è impossessata la classe capitalista, ma per la mancanza del benessere che non è mai stato creato. Questo benessere purtroppo non è mai stato creato perché la classe capitalista ha governato in maniera troppo dispersiva e irrazionale. La classe capitalista, cieca e avida, afferrando a man bassa, non ha realizzato il miglior governo bensì il peggiore".

I due racconti non sono male, nascono da belle idee, ma non rappresentano il meglio prodotto da London in narrativa.

Qui c'è il senso della vita secondo London. Invece una bella sorta di autobiografia è John Barleycorn, libro incentrato sulla dipendenza dall'alcol che finisce per ritrarre tutta la vita dello scrittore americano.

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