LEVIATANO di Arno Schmidt: e se fosse Dio il colpevole?

(Questo blog ha già frequentato Arno Schmidt, per la precisione con un post sulla raccolta di racconti Alessandro o Della verità, minore rispetto a questo Leviatano. Non è un autore facile, ma è un piacere averci a che fare nuovamente.)

 
Leviatano o il migliore dei mondi è un racconto scritto a ridosso del secondo conflitto mondiale. Pubblicato nel 1949, pare sia stato il primo testo di narrativa in cui la responsabilità della condotta tedesca fu affrontata ed denunciata pubblicamente.

Leviatano, derivato dalle esperienze personali dell'autore, si presenta come un diario che attraverso le parole del protagonista, un soldato tedesco in fuga, riporta le vicende accadute tra il 14 febbraio 1945 e il 16 febbraio dello stesso anno a lui stesso e a un gruppo di sbandati nel tentativo di attraversare in treno un tratto di Germania devastata dalla guerra e sottoposta ai bombardamenti e alle incursioni dei caccia alleati.

Come già in Alessandro o Della verità forma e contenuto in Leviatano sono tutt'uno. Struttura e sintassi anche qui sono fatte deflagrare, quale urgente e non ricomponibile espressione della disperazione e della rabbia di quei giorni. Non è poesia (Arno Schmidt diceva: “Non sono un poeta. Mi manca la facilità. Il vero poeta compone come respira”), ma non è neppure prosa ordinaria. Per tutta la narrazione alligna il senso di smarrimento e di nausea che la voce narrante prova verso l'umanità indegna di vivere (“Saluterei con gioia la fine dell’umanità; ho fondata speranza che entro – beh – fra i 500 e gli 800 anni si saranno annientati del tutto; e sarà cosa buona”), ottusa, capace soltanto di cagionare sventura a sé stessa e al mondo che abita. Forte, fortissimo poi lo sdegno verso il nazismo e i nazisti, oggetto di un livore feroce.

Il titolo rimanda alla nota figura allegorica di origine biblica, portata poi a fama imperitura da Hobbes e Melville, per rappresentare la cappa di potere smisurato che soverchia l'umanità. A mio avviso il richiamo allude anche alla stessa indole umana, deputata a sopraffare i propri simili, essendo il potere, dopotutto, proprio prerogativa umana. Grossomodo secondo questo schema: Leviatano = potere = uomo.

La lettura di Leviatano o il migliore dei mondi non è facile benché, a suo modo, il ritmo scorra spedito. Le citazioni tratte da scienze esatte e umanistiche sono numerose, a formare un tessuto di suggestioni volte a ricordare ciò che l'uomo si ostina a distruggere e al contempo volta a rammentare la vacuità dell'umano ingegno (basti pensare all'ironico sottotitolo che richiama Leibniz). Arno Schmidt non manca di mostrare un sovrano disprezzo verso la Chiesa, istituzione effigie di un potere fatto di prevaricazione e ignoranza. Un'avversione manifesta, quasi argomentata: “quel vile e bizantino aggiunse: Sia lodato il nome del Signore! (E guardava intanto fiero verso noi poveri pagani perduti, anima svergognata di lacchè! Quel bimbo innocente. Le sue bimillenarie boiate sul peccato originale vada pure a raccontarle a qualche rincitrullito: ma questi qui hanno mai pensato che potrebbe essere Dio il colpevole?

L'accurata edizione dell'editore Mimesis rende giustizia all'arte di Arno Schmidt, non solo perché presenta il testo tedesco a fronte, ma specialmente per il corpo di note esplicative al testo, in questo caso davvero necessarie alla comprensione di certi passaggi del racconto.

L'introduzione del curatore Dario Borso descrive le vicissitudini di un testo la cui pubblicazione è stata irta di difficoltà e porta alla luce aneddoti rivelatori della personalità di Arno Schmidt. Particolarmente interessante la menzione dello scambio epistolare tra Hermann Hesse e il giovane Arno Schmidt. Alla lettera di elogio, tuttavia colma di supponenza, di Hermann Hesse seguì una replica, avvelenata e indomita, da parte di Arno Schmidt, il quale diffidò il celebre collega dall'emettere giudizi, giacché non aveva mai conosciuto la prigionia, la miseria, la fame.

Una letteratura che rompe degli schemi, significativa, non estenuante e assai soddisfacente.

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