Il sarto di Panama di J. Le Carré: storia di spie e di cialtroni (quasi da Nobel)


Sulla copertina della mia vetusta edizione campeggia un bel primo piano di David Cornwell, alias John Le Carré, il volto colmo di saggezza di un anziano signore che contempla la vita col distacco di chi ha sorseggiato un buon whisky scozzese... "I don’t see many people. I write and walk and swim and drink". Parole sue, tratte dal suo sito ufficiale. Ma bando alle ciance.

In Il sarto di panama, romanzo uscito nel 1996,
 Le Carré raddoppia il suo topos narrativo del maneggione che in qualche maniera si inserisce nel gioco dello spionaggio internazionale. Qui sia il sorvegliato, il sarto del titolo, sia l'agente dei servizi segreti britannici che funge da sorvegliante sono due fior di imbroglioni, che comunque Le Carré descrive esaltandone i caratteri umani in certo qual modo picareschi, in certo qual modo imperdonabili.

L'esito secondo me non è una delle vette dello scrittore inglese. Ho trovato Il sarto di Panama un po' troppo manierato, verboso, quasi che Le Carré abbia inteso sopperire alle carenze dell'immaginazione con la sua padronanza della scrittura. O forse ha scientemente sacrificato il ritmo per scrivere un libro calcolatamente più 'serio', vestendo i panni del candidato al Nobel che in effetti è stato per anni.

Se vi stupisce che Le Carré sia stato candidato al Nobel significa che non avete letto i suoi libri oppure che lo considerate, errando, solo uno scrittore di spy story. Certo, se è per quello, è il più grande scrittore di spy story, colui che ha definito il genere, ma questo rappresenta solo il versante più conosciuto della sua arte. Nei suoi libri, a prescindere dagli intrecci, ci sono tutta un'umanità e una varietà di destini umani, che spadroneggiano, si prendono tutto lo spazio loro necessario, mentre il contesto storico-politico rappresenta più il risultato di una serie di errori dannatamente umani che un portato delle 'umane progressive sorti'.

La figura dell'imbroglione è ricorrente nei libri di Le Carré per motivi squisitamente biografici. Il padre di David Cornwell fu veramente un maneggione che viveva di espedienti, talvolta persino alla grande, e che ciononostante ha cresciuto il figlio permettendogli di frequentare, in maniera spericolata, scuole di prim'ordine e un ambiente che specialmente in Inghilterra è negato ai ceti sociali meno abbienti. L'ombra di tale padre si è proiettata su una bella fetta dell'opera dello scrittore inglese, specialmente su La spia perfetta, uno dei suoi libri più riusciti.

A proposito di La spia perfetta, ecco una succosa curiosità che pur non riguardando direttamente Il sarto di Panama ben delinea la caratura dello scrittore. Prelevo da qui le parole dello stesso Le Carré, il quale aveva declinato l’offerta di Stanley Kubrick di collaborare alla sceneggiatura di Eyes Wide Shut: “Gli ho risposto che non potevamo lavorare insieme perché era troppo intelligente, sapeva esattamente ciò che voleva e desiderava che io scrivessi come voleva lui! E’ a quel punto che Kubrick mi ha rivelato di aver voluto adattare A Perfect Spy. Gli confessai di essere sorpreso perché non ne avevo mai sentito parlare. Avevo avuto come unico contatto una strana compagnia privata con base in Svizzera. ‘Ero io, mi rispose, è il mio modo di procedere!’ ” 

A ciò aggiungo che secondo l'assistente personale di Kubrick, Emilio D'Alessandro (nel bellissimo Stanley Kubrick e me, di cui si parla qui), David Cornwell era l'unico collaboratore alle sceneggiature a cui il regista era disposto a lasciare l'ultima parola: se va bene a te, David, va bene anche a me. Non poco da parte di un cultore del controllo assoluto come Kubrick.

Dunque ribadisco che Le Carré a me piace. Se non volete iniziare da questo, sulla base delle mie letture consiglio:
La spia che venne dal freddo, 1963;
La talpa, 1974;
La spia perfetta, 1986 (a cui ho accennato sopra);
Yssa il buono (rititolato in Italia anche La spia - A most wanted man), 2008.
Se non vi interessa, pace.

Commenti

  1. Non ho mai letto nulla di Le Carrè, ma ultimamente ci metto 100 anni a leggere un libro, quindi seleziono al massimo. Lo metto in lista perchè da quello che scrivi mi ispira! baci caro

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  2. Grazie Deh! Se hai poco tempo ti consiglio La spia che venne dal freddo oppure Yssa il buono, quelli più brevi fra i quattro da me consigliati. Besos

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